Certificazione più agevole per IGP carote del Fucino, primo passo verso valorizzazione di un'eccellenza
AVEZZANO
18 GENNAIO 2011 – Dopo anni di trattative è stato raggiunto un importante
traguardo per l'agricoltura del Fucino: la modifica del disciplinare di
produzione per consentire ai produttori della Carota dell’Altopiano del Fucino
una certificazione più agevole con il prestigioso marchio comunitario “IGP”
(Indicazione Geografica Protetta). Lo fa sapere Coldiretti L’Aquila, i cui
vertici hanno partecipato questa mattina, assieme a un nutrito gruppo di
produttori, agli studenti dell’istituto Tecnico Agrario, ai componenti del
Comitato promotore, all’assessore regionale Mauro Febbo e ai funzionari
ministeriali, alla riunione di pubblico accertamento convocata dal Ministero
delle Politiche Agricole per la modifica del disciplinare nella sala convegni
del CRAB (Consorzio di ricerche associato alle biotecnologie) di Avezzano. «Siamo
soddisfatti del risultato raggiunto che premia uno dei più pregiati prodotti
locali consentendogli di accrescere prestigio e riconoscibilità a livello
nazionale, si tratta di un punto di partenza importante – ha dichiarato
Raffaello Betti, direttore della Coldiretti provinciale – e un trampolino di
lancio affinché nel tempo i requisiti per l’ottenimento dell’IGP siano
più flessibili consentendo il riconoscimento alla quasi totalità di questo
prodotto di punta. Occorrerà inoltre costituire un Consorzio di tutela e
valorizzazione, ma soprattutto una riduzione dei costi per i numerosi
produttori dell’altopiano del Fucino». La modifica del disciplinare, ha
riguardato gli articoli 2 e 7 che riguardano nello specifico le varietà,
caratteristiche e proprietà fisiche per il primo e controlli e vigilanza per il
secondo e si era resa necessaria a causa dei troppo elevati parametri analitici
raggiungibili dai produttori solo attraverso l’utilizzo di tecniche di
coltivazione non ordinarie. Coldiretti in proposito auspica una maggiore
flessibilità per quanto riguarda il confezionamento e la trasformazione con una
diminuzione dei costi a carico degli agricoltori. Ma non solo, come
sostiene il presidente dell’associazione provinciale Salvatore Di Benedetto
«Uno dei presupposti fondamentali affinché “funzioni” il
riconoscimento IGP è che il maggior numero possibile di produttori possa
certificare il proprio prodotto incrementando il volume d’affari, ma maggiori
sono i vincoli dettati dal disciplinare minore sarà il numero di prodotti
caroticoli che potrà ottenere il riconoscimento. Uno dei problemi da arginare è
ad esempio quello legato al limite geografico della trasformazione».
Nella campagna di commercializzazione del 2011
sono stati certificati dall’organismo indipendente riconosciuto dal Ministero
circa diecimila quintali di carote a fronte di una produzione complessiva di circa
1,6 milioni di quintali. Con l’attuale modifica al disciplinare sarà
sicuramente una più ampia parte dei produttori agricoli del nostro territorio a
poter ottenere il marchio IGP, ma molto dev’essere ancora fatto per valorizzare
un importante eccellenza locale.