Comparto agricolo aquilano sempre più in crisi tra emorragia di imprese e mancati aiuti
L’AQUILA – Le difficoltà di mercato, il progressivo aumento dei costi di
produzione e la stretta creditizia continuano a ripercuotersi in maniera grave
sul comparto agricolo aquilano che perde altre imprese e guarda al futuro con
inevitabile pessimismo. Secondo gli ultimi dati di Unioncamere, nel primo
trimestre di quest’anno a chiudere i battenti sono state 185 imprese agricole:
a marzo le imprese attive ammontano infatti a 4.317 contro le 4.502 dello
stesso periodo del 2011. È quanto sostiene la Coldiretti L’Aquila sottolineando
tra le cause non solo il crollo in campagna delle quotazioni dei prodotti base,
del calo delle produzioni vegetali e dell’insostenibile aumento dei costi, a
partire dal gasolio rincarato del 44%, ma anche e soprattutto dei forti ritardi
patiti dalle imprese nell'erogazione degli aiuti previsti dal Piano di Sviluppo
Rurale e dalla Politica Agricola Comune.
«Malgrado
il comparto agricolo aquilano abbia fatto sentire il proprio malcontento nella
recente manifestazione davanti alla sede dell’Agea – l’Agenzia per le
Erogazioni in Agricoltura – ha spiegato il presidente della Coldiretti
provinciale Salvatore Di Benedetto – numerose pratiche sui contributi
risultano ancora bloccate, senza trascurare che non è stata ancora corrisposta
la maggior parte gli aiuti previsti dalle Misure Agro-ambientali relative agli
anni 2010 e 2011. Nel contempo anche le prospettive per l’anno in corso sono
buie considerando che si prospetta una mancata apertura dei termini di
presentazione delle domande relative alle Misure 211 e 212 del PSR, situazione
che è già stata contestata ufficialmente con un comunicato unitario delle
Associazioni Agricole». Si tratta di una forte penalizzazione in un’area
già depressa e in cui il sostegno produttivo e ambientale è indispensabile per
la sopravvivenza di un comparto che possiede l’insostituibile funzione di
garantire e preservare ambiente e territorio, prevenire dissesti idrogeologici
e garantire produzioni di qualità.
A
tutto ciò si aggiunge che a distanza di tre anni dal sisma le imprese agricole
del cratere non hanno alcuna certezza sul risarcimento dei danni subiti,
malgrado la richiesta di stanziamento di fondi fatta pervenire con le istanze
del Patto per lo Sviluppo al Ministro per la Coesione territoriale Fabrizio
Barca. «Tutti i settori economici sono stati oggetto di risarcimento, ma le
imprese del settore agricolo sembrano aver fatto eccezione – spiega
Raffaello betti, direttore della Coldiretti L’Aquila - la misura 126 del PSR
per il risarcimento dei danni del terremoto del 2009 alle imprese agricole ha
infatti lasciato senza risarcimenti il 70% delle aziende per mancanza
dei fondi».
Se
la crisi ha colpito l’economia in generale le imprese agricole aquilane stanno
vivendo il momento più difficile e se molte imprese hanno chiuso i battenti,
sono in crescita quelle in sofferenza nel far fronte ai debiti pregressi,
mentre si è fatta sempre più drammatica la stretta creditizia che fa venire
meno la possibilità di garantire liquidità: sei imprese agricole su dieci hanno
difficoltà ad accedere al credito, con il costo del denaro in agricoltura che
ha raggiunto il 6% e risulta superiore del 30% a quello medio del settore
industriale.