Dipendenza dai Social Media: uno studio britannico ne evidenzia sintomi e rischi per la salute mentale

I social media sono diventati parte integrante della vita di tutti, o quasi. La più alta incidenza di utilizzo riguarda i giovani di età compresa tra i 16 e i 24 anni, periodo cruciale per lo sviluppo emotivo e psicologico e se da un lato i social media favoriscono le relazioni, l'apprendimento e la creatività, dall’altro rappresentano un potenziale rischio per la salute mentale che, se non affrontato e contrastato, può causare problemi significativi. Molti giovani non hanno mai conosciuto un mondo senza accesso immediato a Internet e social e non possono farne a meno: è il  5% ad essere affetto da forme di dipendenza dall’uso dei social network, più dell’alcol e delle sigarette. 
L'utilizzo quotidiano di Internet è aumentato rapidamente nell'ultimo decennio: nel 2006, nel Regno Unito solo il 35% utilizzava internet giornalmente, percentuale salita all'82% nel 2016. L'uso complessivo dei social media è aumentato anche con l'uso di Internet e se nel 2007 solo il 22% delle persone aveva almeno un profilo di social media, nel 2016 questa quota è salita all'89%. Questo quanto emerge da uno studio della Royal Society for Public Health, in base al quale Facebook è la piattaforma di social media più comunemente utilizzata con circa 30 milioni di utenti britannici, Twitter è la seconda con 15 milioni. 
Lo studio evidenzia inoltre una disparità generazionale nell’utilizzo dei social media che sarebbe molto più diffuso nei giovani rispetto alle generazioni più anziane. Gli utenti più attivi, pari al 91%, appartengono infatti alle fasce d’età comprese tra i 16 e i 24  anni, mentre scendono a quota 51% gli utenti tra i 55 e 64 anni e sono solo il 23% gli utenti di età superiore ai 65 anni. Tuttavia, studi recenti hanno sollevato serie preoccupazioni sui probabili effetti dannosi derivanti da un utilizzo sempre più smodato dei social. Secondo l’analisi, infatti, sarebbe un giovane su sei a sperimentare disturbi d’ansia nel corso della propria vita e negli ultimi 25 anni il tasso di ansia e depressione nei giovani sarebbe aumentato del 70%. Nel Regno Unito a soffrirne in maniera grave sarebbero 80.000 tra bambini e giovani. Le piattaforme di social media utilizzate per più di due ore al giorno in realtà non farebbero che nutrire le sensazioni di panico, ansia e senso di inadeguatezza soprattutto a causa delle aspettative irrealistiche che provocano nei giovani sentimenti di bassa autostima e ricerca del perfezionismo. 
Tra i sintomi di dipendenza dai social non bisogna trascurare i disturbi del sonno: circa il 20% dei giovani dichiara di svegliarsi con il proposito di controllare i messaggi, ma sarebbero anche le luci a LED dei dispositivi elettronici a interferire con i processi cerebrali naturali che innescano il rilascio di melatonina e a ritardare pertanto il riposo notturno. Un ulteriore sintomo è rappresentato dalla preoccupazione costante di come apparire sui social: quasi nove adolescenti su dieci (soprattutto femmine) dichiarano di essere insoddisfatte del proprio corpo e circa il 70% dei giovani tra i 18 e i 24 anni avrebbe preso in considerazione un intervento di chirurgia estetica per migliorare la propria immagine nel confronto costante sui social. Tra i sintomi più importanti c’è inoltre la cosiddetta "Fear of Missing Out" ovvero un coinvolgimento tale da far scaturire la paura di perdere gli aggiornamenti costanti che avvengono sui social portando i giovani ad essere continuamente in rete per seguire fatti, eventi e stati d’animo. 
All'inizio del 2017 la Royal Society for Public Health ha inoltre condotto un'indagine su quasi 1500 britannici tra i 14 e i 24 anni chiedendo loro di dare giudizi positivi o negativi sugli effetti delle più popolari piattaforme social sul proprio stato di salute e benessere psicologico: ne è emerso che la piattaforma percepita come più positiva sia YouTube, mentre quella profilata come più negativa è Instagram, seguita da Snapchat, Facebook e Twitter.  

Post più popolari