Virginia di Saverio svela le sue "stanze"

Sensibilità, questa (a molti) sconosciuta, giudicata, elusa, ripudiata. Perché bisogna essere forti, forti e basta. Eppure non esiste forza autentica che non sia stata partorita dopo una sofferta gestazione fatta di vulnerabilità e paure. Forse è successo a più di qualcuno di fuggire da se stessi, di cercare uno svago, un'effimera distrazione per scappare dalla propria sofferenza perché quando si è soli con se stessi bisogna inevitabilmente fare i conti con fragilità e debolezze. Eppure è proprio vivendo pienamente le paure, accogliendole come occasione di conoscenza di sé che si può raggiungere un'inaspettata consapevolezza e, di conseguenza, uno stato di grande serenità interiore.  
La poesia in questi casi può essere un mezzo, perché mette a nudo la propria anima. Si dice che l'arte nasca da una disagio, da un dolore ed è anche il frutto di una profonda sensibilità. Il dolore però non è fine a se stesso, ma ci aiuta a conoscerci e avvicinarci alla nostra essenza. Si condensa in queste ultime parole il senso che Virginia Di Saverio attribuisce alla sua poesia con l'intento di trasmettere, non solo con i suoi versi, ma anche con i suoi coloratissimi dipinti, un senso di positività, di rinascita e ottimismo. <<So di musicisti e pittori che proprio nei momenti di profonda sofferenza hanno creato le loro opere più allegre, perché per sopportare questi momenti hanno dovuto immaginare bellissimi scenari>> sostiene l'artista. La sua poesia ci conduce nelle sue stanze più segrete e, in qualche modo, ci mette in contatto anche con le nostre emozioni più profonde, la sua poesia e i suoi quadri ci consentono di entrare nelle "nostre" stanze, nella nostra interiorità, in quella che la relatrice Maria Rita Bartolomei ha definito "una sorta di isola che non c'è". <<Da un punto di vista psicoantropologico - spiega la prof.ssa Bartolomei -  le emozioni cosiddette primarie come gioia, dolore, rabbia e paura sono universali e sia queste sia quelle secondarie hanno modi, tempi e intensità legati al contesto sociale e geografico di appartenenza e quindi la poesia, se ci riconnette ai valori universali dell'uomo, la sua espressione è contestuale. Leggendo le sue poesie, personalmente ho avuto come l'impressione che fosse una sorta di diario poetico, di scrittura quotidiana, come se ogni giorno l'autore avesse voluto regalarci una parte di sé scrivendo i suoi versi>>.
Non a caso la raccolta di poesie di Virginia Di Saverio s'intitola "Le stanze svelate" (Giulio Perrone Editore) ed è stata oggetto di una presentazione a Grottammare (AP) martedì 5 settembre, in Piazza Peretti, in collaborazione con l’Associazione Paese Alto e con il patrocinio del Comune di Grottammare. Per "stanze" infatti, non si rimanda al solo significato tecnico di strofe, ma anche al più profondo senso metaforico di "luogo" da scoprire, sia esso fisico o astratto.   
Illuminante, in proposito, la considerazione della prof.ssa Bartolomei che ha saputo cogliere egregiamente un collegamento tra Poesia e rito: <<La poesia, come ogni rito, ricongiunge agli aspetti ancestrali dell'umanità, ci costringe a sentire, entrare nel vivo del dolore e della sofferenza ricordandoci che siamo finiti, che siamo umani. E se da un lato ci riconduce alla finitezza umana, dall'altro ci fornisce anche gli strumenti per superare sofferenza e dolore ed entrare in una stanza senza tempo e senza spazio che ci permette di accedere al sacro perché il rito stesso è una modalità di accesso al sacro>>
Per Virginia Di Saverio la poesia è emozione, significa <<mettersi a nudo, aprire il proprio cuore e la propria anima incuranti del giudizio degli altri e anche del proprio verso se stessi, quindi è anche una forma di libertà, come lo è ogni forma d'arte. La poesia è qualcosa di molto semplice che non ha che fare con la ricerca di un linguaggio particolare, né con la razionalità, ma sicuramente con il sentimento e l'anima perché mira unicamente a comunicare le emozioni>>. 
E le poesie dell'autrice non si limitano a esprimere emozioni, le suscitano stuzzicando non poco la sensibilità e, con parole delicate, riescono a toccare tasti del cuore dimenticati o inascoltati affrontando i grandi temi dell’esistenza e dell’amore. Razionalmente - come ammette la stessa artista - non c'è un filo conduttore intenzionale tra le sue poesie e i suoi dipinti, ma chi li conosce entrambi potrà cogliere nella vivacità dei colori la stessa intensa voglia di vivere le emozioni che traspare nelle poesie, come pure una rara dolcezza d'animo.
La conduzione della serata è stata curata da Silvio Venieri che tra i tanti riferimenti letterari, come quelli a Dante e Leopardi, ha citato emblematicamente un saggio di Ezio Raimondi sull'importanza dell'empatia tra poeta e lettore. La voce recitante delle poesie è stata di Patrizia Sciarroni.  



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